Ermanno Olmi

Una sera, a Revere (Mantova), in Teatro Ducale, venne proiettato “Lungo il fiume”, un film di Ermanno Olmi.
Tornai a casa, e sentii forte il desiderio di scrivere in una lettera, quello che in emozione, mi aveva regalato quel film.

Io, che sono nata e cresciuta sul Po, da sempre “immersa” in quest’acqua, non potevo tacere, a lui, questo comune sentimento d’amore per il Fiume. Parlai anche di un altro suo film, che mi aveva toccato nel profondo. Con “L’albero degli zoccoli”, infatti, mi fu possibile ritrovare frammenti importanti della mia prima infanzia.
Gli narrai un po’ di me, del mio nonno pescatore, della sua barca che di primo mattino, quando ancora era buio, faceva ritorno a casa, carica del bottino notturno, silenziosa, scivolando a pelo d’acqua sulla Fossa.
Gli parlai dei miei risvegli, freschi di rugiada, 
dolci d’uva, con i grappoli poggiati sulla guancia, mentre ancora dormivo… gli scrissi di tante cose, come a un vecchio amico.
Allegai a quello scritto una musicassetta dove erano registrate alcune canzoni: prove che avevo fatto con Mauro Conforti. Aggiunsi alcune fotocopie di miei disegni e il volumetto di poesie “Ci vorrà silenzio”, da poco pubblicato. Spedii il tutto e dopo pochi giorni mi arrivò una sua cartolina da Asiago.

Era il 1996. Da allora, ogni anno a Natale, spedisco le cose che combino durante l’anno, e lui mi onora dei suoi saluti e dei suoi auguri con una cartolina da Asiago.

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